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      Sembrami, Anselmo, che tu la pensi alla foggia dei Mori, i quali non si possono convincere dell'errore della loro setta con la autorità della sacra Scrittura, né con ragioni dedotte dalla speculazione dell'intelletto o fondate sopra articoli di fede, ma conviene loro sottoporre esempi di fatto; facili, intelligibili, dimostrativi, indubitabili con quasi matematiche dimostrazioni che non si possono negare, come sarebbe questa: "Se da due parti eguali si levano due parti eguali, quelle che restano sono ancora eguali." E poiché non bastano le sole parole a farli capaci nemmanco di queste verità, conviene fargliele toccar con mano, e porgliele dinanzi agli occhi; né questo pure è sufficiente a persuaderli della verità della religione nostra. Mi veggo ora costretto a dovermi condur teco al modo medesimo, perché il capriccio che in te nacque, è strano cotanto e tanto lontano da tutto ciò che ha pur ombra di ragionevole, che sembrami tempo perduto l'occuparmi a provarti la tua semplicità (ché non voglio per ora darle altro nome), e starei quasi per abbandonarti alla tua follia in pena del tuo mal desiderio, se non me lo vietasse l'amicizia che ti professo; la quale non consente ch'io ti abbandoni in un manifesto pericolo di perderti. Ed affinché ad evidenza tu lo vegga, dimmi Anselmo: non mi hai tu prescritto che io debba tentar una donna che vive appartata dal mondo? insidiare un'onesta? offrire doni ad una disinteressata? importunare una prudente? Quest'è ciò che m'hai detto di fare: ora sei tu certo di avere una moglie riservata, onesta disinteressata e prudente, che cosa vai tu cercando? e se ti credi che possa uscire vittoriosa da tutte le seduzioni, siccome ne uscirà senza dubbio, di quali più preziosi titoli pensi tu allora onorarla oltre a quelli che già possiede? o come potrà essa diventar migliore dopo questa vittoria di quello che già è di presente?


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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