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      - Le scoprì poi tuttociò che la furiosa rabbia della gelosia gli aveva fatto confessare ad Anselmo, e quanto avevano deliberato fra loro. Domandò perdono di sì furiosa pazzia e implorò consiglio per rimediarvi onde uscir libero dall'intricato labirinto in cui s'era follemente gettato. Si spaventò Camilla al discorso di Lotario, e con molto sdegno e con giustissime riflessioni biasimò e vituperò sì indegno procedere e sì inconsiderata risoluzione. Ma siccome la donna ha naturalmente, piucché uomo anche astuto, pronti compensi, trovò sul fatto il modo di accorrer ad un pericolo che pareva inevitabile. Non ispiegò affatto il suo divisamento, ma l'avvertì di fare in maniera che mentre Anselmo stavasene celato nella camera, egli ci entrasse chiamato da Leonella, e che rispondesse a quanto gli fosse ella per dire, e sempre in modo come se non fosse dal marito inteso. Insisté vivamente Lotario perché gli discoprisse per intiero le sue intenzioni per potersi prestare colla più grande esattezza in tutto ciò che si credesse da lei necessario. - Torno a dirvi, disse Camilla, che altro non avete a fare che rispondermi a quanto vi dimanderò; né volle dargli anticipato conto di ciò che le pareva opportuno, temendo di trovarlo renitente al suo disegno. Posto ordine a tutto, Lotario si separò, e Anselmo nel dì seguente, col pretesto di recarsi dal suo amico alla campagna, finse di partirsi, ma andò invece a nascondersi: e lo poté fare a suo grande agio, avendogliene offerta Camilla e Leonella sicura opportunità. Si rinserrò dunque nella guardaroba con quel batticuore che ognuno può immaginarsi.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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