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      Non era stato Lotario sì poco accorto da non comprendere i divisamenti di Camilla sino da quando gl'insinuò la prima volta d'indurre Anselmo a nascondersi, e secondò per tanto la sua intenzione con tanta prudenza che fecero vestire a quella menzogna l'apparenza della più candida verità. Rispose a Camilla in tal modo:
      - Non mi avvisai, o bella Camilla, che tu mi avessi fatto venir qua per domandarmi cose tanto lontane dal proposito per cui ne vengo; e ben sai che tanto più è grave ogni indugio quanto più si crede vicino il conseguimento del bene sperato: ma affinché tu non creda che io rifiuti di rispondere alle tue inchieste, dico che conosco il tuo sposo Anselmo, che ci conosciamo ambedue sino dai nostri più teneri anni: mi dispenso dal parlare sulla importanza della nostra amicizia che ti è sì nota da non potermi scusare del torto che l'amore mi costringe ad usargli; ma l'amore è poderosa discolpa dei più grandi errori! io poi conosco te e ti tengo in quel concetto medesimo ch'egli ti tiene; e se ciò non fosse, pensi tu che per oggetto meno prezioso di te mi sarei indotto a mancare a ciò che debbo a me stesso, ed a tradire quelle sante leggi dell'amicizia che non possono essere violate se non da un potente nemico com'è l'amore? - Se ciò confessi, rispose Camilla, o nemico mortale di tutto ciò che merita di essere amato, come osi tu comparire dinanzi a chi sai ch'è lo specchio dove si mira quell'uno di cui tu dovresti guardare per conoscere quanto a torto l'offendi? Ah infelice me!


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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