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      Uno dei miei compagni anḍ a mettersi sotto alla canna per vedere se la calavano, o cị che ne volessero fare: ma non vi fu appena sotto che la canna venne alzata e mossa da destra a sinistra per modo, come se chi la tenea avesse voluto dire, no, colla testa. Toltosi di là il cristiano, torṇ quella ad essere abbassata: ed avendo un altro dei miei compagni fatto lo sperimento medesimo, riusć come il primo. Si proṿ un terzo, ma con eguale successo. Vedendo questo volli io pure tentar la mia sorte, e non mi fui collocato appena disotto la canna, che questa fu lasciata cadere e venire ai piedi miei dentro al bagno. Affrettatomi a sciorre il pannilino vi trovai un nodo, dentro cui erano dieci ziani, moneta d'oro basso usata dai Mori ed equivalente a dieci dei nostri reali. Non occorre dirvi quale allegrezza n'abbia io provata; fu ś grande quanto la maraviglia in pensare da chi potesse derivare quel benefizio a me con tanta evidenza specialmente diretto. Presi il denaro, che giugnea molto a proposito; feci in pezzi la canna, me ne ritornai alla loggetta; poi volgendo gli occhi alla finestra, vidi che ne usciva una mano bianchissima che l'aperse e poi la rinchiuse rapidamente. Di qui conoscemmo od almeno immaginammo che da qualche donna che in quella casa viveva, quel benefizio si dovesse da noi riconoscere; ed in segno ch'era da noi aggradito facemmo alquante riverenze alla moresca, piegando la testa, chinando la persona e portando le braccia sul petto. Di ĺ a poco usć dalla stessa finestra una piccola croce fatta di canne che tantosto si ritiṛ. Abbiamo dovuto congetturare a quest'indizio che in quella casa stesse rinchiusa qualche schiava cristiana che avesse voluto a quel modo beneficarci; se non che la bianchezza della mano e le smaniglie ch'erano attortigliate al braccio ci tolsero da tale supposizione immaginandoci in vece ch'essere potesse qualche cristiana rinnegata; ché sogliono elleno essere prese per legittime mogli dai loro padroni, e l'hanno per gran ventura, essendo tenute in maggior conto delle nazionali.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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