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      Il capitano però ch'era colui che avea spogliata la mia amata Zoraida, e che pur dovea essere il più pietoso, dichiarò che trovavasi pago della conseguita preda, né voleva toccare alcun porto di Spagna; ma passare a dirittura e di notte lo stretto di Gibilterra, e tornarsene, se avesse potuto, alla Roccella donde egli era partito. Vennero quindi in risoluzione di accordarci il loro schifo e tutto l'occorrente per la corta navigazione che restavaci a fare: ciò ch'eseguirono il dì seguente rimpetto alle spiagge di Spagna, la cui vista ci rallegrò di maniera che più non ci rammentavamo delle nostre disgrazie e della nostra povertà come se nulla ci fosse avvenuto: sì grande era il nostro contento per la libertà riacquistata.
      Poteva essere il mezzogiorno all'incirca quando ci fecero entrare nello schifo somministrandoci due barili d'acqua e poco biscotto: e il capitano, mosso da non so qual spirito di compassione, diede quaranta scudi d'oro a Zoraida nel momento del suo imbarco, né permise che i suoi soldati le togliessero gli abiti che tuttavia le vedete ora indosso. Entrati nello schifo rendemmo loro grazie del ricevuto benefizio, mostrandoci più contenti che dogliosi. Si scostarono essi proseguendo il loro viaggio allo stretto; e noi, senz'avere altra mira fuorché quella di approdare alla prima terra che ci si parasse dinanzi, ci affrettammo a vogare in modo che sul tramontare del sole la vedemmo sì vicina, che sperammo di giungervi prima che s'inoltrasse molto la notte.
      Non essendo allora alcun chiarore di luna, e facendosi oscuro il cielo, e non sapendo per soprappiù dove ci dovessimo fermare, ci parve prudente di non toccar terra come avrebbero pur voluto alcuni dei nostri, dicendo che vi approdassimo quand'anche fosse in uno scoglio o in altro luogo fuori dell'abitato, mentre noi saremmo usciti da ogni timore; e tanto più che sogliono frequentare quelle acque i corsari di Teutano, i quali pernottano in Barberia, e si trovano sul far del giorno alle coste di Spagna, di dove, fatta per lo più qualche preda, tornano a dormire nelle proprie loro case.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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