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      Chi sarà mai che rechi al nostro vecchio genitore la novella che tu sei vivo? Se pur ti trovassi nelle più segrete carceri di Barberia, trarre te ne saprebbero le sue ricchezze, le mie e quelle del fratel nostro. Ah bella e generosa Zoraida, chi potrà compensare degnamente i benefizi da te impartiti a quell'infelice? Perché non poss'io trovarmi presente al rinascere della tua bell'anima e a quelle nozze che avrebbero recato a noi il più alto contento?"
      In queste ed in simiglianti espressioni disfogavasi il giudice, pieno di tanta compassione per le nuove ricevute di suo fratello, che tutti gli astanti lo accompagnavano colla commozione inspirata dal suo cordoglio. Vedendo allora il curato proceder ogni cosa a seconda delle loro brame, non volle tenerlo più a lungo in pena, ma levatosi di tavola, entrò dove stava Zoraida, e, presala per mano uscì fuori accompagnato da Lucinda, Dorotea e dalla figlia del giudice. Stava aspettando il capitano per vedere ciò che divisasse di fare il curato, e questi, presolo per l'altra mano, se ne ritornò con ambidue dove trovavasi il giudice unitamente agli altri cavalieri, e disse: "Cessi, mio signor giudice, il vostro pianto, e gioisca il cuor vostro quanto mai sa bramar di gioire, poiché avete dinanzi il vostro buon fratello e la vostra buona cognata. Questi che vi presento è il capitano Viedma, e questa è la bella e virtuosa Mora che tanto lo ha beneficato. I francesi dei quali vi ho detto, lo ridussero alla povertà che vedete e con ciò aprirono libero campo alla generosità del vostro bel cuore.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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