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      Malediceva pertanto il suo poco discernimento, perché essendogli quel castello riuscito sì mal soggiorno la prima volta, non avrebbe dovuto avventurarsi di entrarvi una seconda. è legge invariabile dell'errante cavalleria, che quando un'avventura qualunque non risponda alla prova, il cavaliere che l'ha tentata considerandola come cosa a lui interdetta, dee lasciarne ad altri l'incarico, e non è tenuto a mettervisi da capo.
      Con tutto ciò andava stirando il braccio per vedere se potesse distaccarsi, ma era sì strettamente accappiato che inutile se gli rendeva qualunque sperimento. Vero è bensì che tirava pian piano affinché Ronzinante non si movesse, e quantunque tentasse di sedere o di adagiarsi sulla sella, non poteva far di meno di restarsene in piedi per non istrapparsi la mano. Oh allora sì che avrebbe dato qualunque prezzo per aver quella spada di Amadigi che spezzava ogni incanto! Malediceva la sorte che teneva preso a tale incantagione un cavaliere, da cui il mondo poteva aspettarsi tante nobili imprese: e chiamava a gran voce il suo buon Sancio Pancia, il quale sepolto nel sonno e prosteso sopra la bardella del suo asino non ricordavasi nemmeno della madre che l'aveva partorito. Chiamò in aiuto i savî Ligargeo e Alchiffo, e invocò la sua buona amica Urganda perché lo soccorressero. Finalmente giunse l'istante in cui si trovò sì disperato e rabbioso che mugghiava come un toro, e non isperava neppur col nascere del nuovo giorno di vedere la fine di tanta miseria, che supponeva eterna atteso il suo incantamento.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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