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      Sancio Pancia s'inginocchiò e gli baciò a capo chino le mani: né avrebbe potuto baciargliene una sola; poiché ambedue erano strettamente legate insieme. Le fantasime alzarono di peso la gabbia, la trasportarono e la accomodarono sopra il carro.
     
      CAPITOLO XLVI
     
      ANCORA DELLA STRAVAGANTE MANIERA CON CUI FU INCANTATO DON CHISCIOTTE.
     
      Lessi già, disse don Chisciotte, quando si vide ingabbiato a quel modo e messo sopra il carro, molte e gravi istorie di cavalieri erranti, ma non ho letto, né veduto, né udito mai che sieno stati in tal guisa condotti gli incantati cavalieri, né colla lentezza propria di questi infingardi e melensi animali. Furono sempre portati per aria con incredibile rapidità, rinchiusi in qualche nube oscura o di color cinerognolo, ovvero sopra qualche carro, ippogrifo od altro simigliante animale. Non posso intendere com'io abbia a vedermi trascinato adesso da un carro tirato da buoi: ma chi sa che la cavalleria e gli incanti dei nostri tempi non abbiano preso una piega diversa da quelli degli antichi! Potrebbe anche darsi che essendo io, come lo sono, nuovo cavaliere nel mondo ed il primo che ha risuscitato l'esercizio già disusato della errante cavalleria, siensi per la stessa ragione inventati nuovi generi di incantesimi e nuove forme di condurre gli incanti: che te ne sembra, Sancio, figliuolo?
      - Non saprei che rispondere, disse Sancio, perché non so un'acca delle scritture cavalleresche; per altro ardirei affermare e giurare ancora che tutte le visioni alle quali noi andiamo incontro non sono pienamente cattoliche.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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