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      E poi che diremo di quella musica che durante il pranzo soavemente risuona da per tutto senza sapere donde proceda? Quando è terminato il mangiare, e sparecchiate le tavole, resta il cavaliere appoggiato sulla sua sedia ripulendosi i denti a suo bell'agio ed entra intanto alla impensata per la porta della sala un'altra donzella molto più vaga delle altre, e si asside allato di lui, ed imprende a narrargli che un castello si è quello dov'egli si trova, e ch'ella vi sta incantata, con altre cose che fanno stupire il cavaliere, e destano ammirazione, in tutti quelli che leggono la sua istoria. Non vo' dilungarmi da vantaggio, perché dal poco che ho detto si può inferire che qualunque parte si legga di ogni storia di un cavaliere errante, debb'essa produrre stupore o diletto; e credami vossignoria, come altra volta le ho detto, legga questi libri, e vedrà dileguarsi ogni melanconia che la opprimesse, e rendersi migliore la sua condizione comunque affannosa. Se deggio parlare di me, io posso affermare che dal tempo in cui mi sono applicato all'esercizio della errante cavalleria mi trovo valoroso, cortese, liberale, gentile, generoso, splendido, audace, piacevole, paziente, sopportatore di fatiche, di prigionie, d'incanti: e tuttoché io mi sia veduto poco fa rinserrato in una gabbia come un pazzo, penso, nondimeno, mercé il valore del mio braccio e col favore del Cielo, che mi vedrò fra pochi giorni re di qualche regno, dove mi si aprirà il campo di mostrare la grandezza e la magnanimità del generoso mio cuore.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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