Pagina (600/1298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Non avvi cavità di rupe o margine di ruscello, od ombra di arbore non occupati da qualche pastore che racconta ai venti le sue sventure; l'eco, dovunque può, ripete il nome di Leandra, Leandra risuonano le montagne; Leandra vanno mormorando le fonti; e Leandra ci ha tutti incantati, aspettando senza speranza, e temendo senza conoscere la cagione del nostro timore.
      Tra tanti ubbriachi di amore quello che meglio di ogn'altro si conduce e che spiega buon giudizio è il mio rivale Anselmo, il quale avendo tante ragioni di lamentarsi, duolsi però unicamente della lontananza, e al suono di un ribecchino, che gli risponde per eccellenza, esprime le sue querele con versi nei quali mostra il felice suo ingegno. Io mi appiglio al più agevole partito, e a parer mio più sicuro, ed è quello di condannare la leggerezza delle donne, la loro incostanza, le loro vuote promesse, e finalmente il poco loro discernimento nell'eleggere a cui debbono volgere i desideri e gli affetti.
      Questi miei sensi hanno dato cagione, o signori, alle parole ch'io indirizzava alla capra accorsa fra voi, la quale, siccome femmina, poco si può stimare, benché sia la migliore del mio gregge. Sarò stato troppo prolisso nel mio racconto, ma non sarei corto in servirvi se vi piacesse di arrivare alla mia capanna, ch'è qua vicina, dove potrò offerirvi latte e cacio saporito, con varie e mature frutte non meno alla vista che al gusto assai dilettose."
     
      CAPITOLO LI
     
      RACCONTASI LA QUISTIONE CH'EBBE DON CHISCIOTTE COL CAPRAIO E LA RARA VENTURA DEI DISCIPLINANTI, DA LUI POSTA A TERMINE CON FORTUNATO SUCCESSO, MA CON NON POCA FATICA.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Leandra Leandra Leandra Leandra Anselmo