Pagina (663/1298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Eh, fratello mio, io non ho mai saputo scostarmi dalla mia condizione, e non posso soffrir le alture senza fondamento: Teresa mi chiamarono nel battesimo, nome semplice e schietto, senza giunte o ricami di donni e di donne: Cascascio si chiamò mio padre, e per esser tua moglie sono chiamata Teresa Pancia, che di giusta ragione dovrebbero chiamarmi Teresa Cascascio: ma tutto serve al costume, e mi contento di questo nome senza che vi appiccichino un don che sarebbe per me un peso insopportabile. E poi non voglio mai dare di che dire a chi mi vedesse andar vestita alla contessìle od alla governatorile, ché subito direbbero: Guardate in che albagia monta quella misera femminuccia: ieri aveva appena tanto pennacchio di stoppa da poter filare, ed oggi va alla messa coperta la testa colla falda del gamurrito in cambio di velo, e vuol comparire con faldiglia e con bottoni e in tono di gravità come se noi non sapessimo chi ella è! Se Dio mi lascia i miei sette sentimenti o cinque, o quelli che insomma che ho, non m'indurrò mai a farmi metter in canzone: va pur tu, fratello, ad esser governo o isolo, e monta tu in superbia a tuo piacimento, ma giuro per lo secolo che ha indosso mia madre, che né io né tua figliuola moveremo un passo fuori del nostro paese. La moglie onorata dee stare in casa facendo conto di avere le gambe rotte; e l'onesta figliuola ha da far consistere il suo divertimento nel lavorare per la famiglia. Va dunque tu a tua voglia col tuo don Chisciotte per le buone venture e lascia noi qui colle nostre male venture, che se ne saremo degne, il Signore migliorerà il nostro stato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Teresa Cascascio Teresa Pancia Teresa Cascascio Guardate Dio Chisciotte