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      Se con tali speranze e fondamenti ti piace tornare al mio servigio, sia alla buon'ora, ma pensare ch'io debba scomporre in qualsiasi modo l'ordine e le costumanze antiche della cavalleria, è un pensar l'impossibile. Ora dunque tornati, Sancio caro, a casa tua, e significa alla tua Teresa il mio animo: se a te ed a lei piace di restare con me a mercede bene quidem; in caso diverso amici come prima, che se non mancherà da mangiare nella colombaia, non vi mancheranno mai colombe; e pensa bene, figliuol mio, che più vale una buona speranza che un cattivo possesso, e più un buon avere che una mala piaga. Io uso di questo linguaggio figurato per farti vedere che so anch'io come tu sfoggiare proverbî, ma poi concludo che se rifiuti di servirmi a mercede e di correre la mia stessa sorte, restati pure con Dio che ti faccia santo, ché a me non mancheranno scudieri più obbedienti, più solleciti e non tanto importuni e ciarlatori come tu sei.»
      Quando Sancio udì la ferma risoluzione del suo padrone, gli parve che il cielo s'annuvolasse, e gli caddero le ali del cuore; giacché aveva creduto per certo che il suo padrone non potesse e non volesse partire senza di lui per tutto l'oro del mondo. Stava dunque pensoso e sospeso, quando entrò Sansone Carrasco, seguìto dalla serva e dalla nipote, desiderose di udire con quali argomenti volesse provarsi a distogliere il lor signore dal proponimento di tornare in traccia di avventure. Sansone, volpe vecchia famosa, appena arrivato abbracciò don Chisciotte come la volta passata, e con alta voce gli disse:


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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