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      Dove la troverà mai questo povero gigante, o questo povero e vinto cavaliere? A me pare di vederli girare come tanti storditi qua e là pel Toboso cercando la nostra signora Dulcinea; e poi se anche la incontreranno in mezzo alla strada sarà come se avessero le traveggole.
      - Potrebbe anche darsi, o Sancio, rispose don Chisciotte, che non si estendesse l'incantesimo a togliere la conoscenza di Dulcinea ai vinti giganti e cavalieri che io costringerò di presentarsi a lei. Faremo una prova se la veggano o no con uno o due dei primi ch'io vincerò, ordinando loro di tornare a darmi conto di ciò che sarà precisamente accaduto.
      - Mi persuade, disse Sancio, la risoluzione che prende la vossignoria, e con sì bell'artifizio noi potremo conoscere quanto desideriamo: e se così è che Dulcinea si trasformi unicamente dinanzi a vossignoria, la disgrazia sarà più di lei che nostra. Intanto purché la signora Dulcinea goda buona salute e viva in buona letizia, noi altri ce la passeremo alla meglio, cercando le nostre venture e lasciando al tempo che faccia le sue; ch'esso è il medico più valente a sanare queste e più gravi infermità.»
      Si accingea don Chisciotte a rispondere un'altra volta a Sancio, quando ne lo sturbò una carretta che attraversava il cammino, carica dei più strani personaggi e figure che possano mai immaginarsi. Colui che guidava le mule, e faceva l'ufficio di carrettiere, avea ciera di brutto demonio: ed era la carretta scoperta tutta senza cielo, né graticcia alcuna al di sopra.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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