Pagina (725/1298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Questo è pur troppo vero, replicò quello dal Bosco, quando però non ci ottenebrassero alcuna volta la ragione o l'intelletto quegli sdegni che col moltiplicarsi vestono le sembianze della vendetta.
      - Giammai, rispose don Chisciotte, fui io sdegnato contro la mia signora.
      - Oh no certamente, soggiunse Sancio che gli era accanto, perché la mia padrona è simile ad una piacevole asinella, e più morbida di un pane di burro.
      - È costui il vostro scudiere? domandò quello dal Bosco.
      - Per lo appunto, rispose don Chisciotte.
      - Non mi è mai più accaduto, replicò quello dal Bosco, di udire che lo scudiero abbia ardito di frammettersi nei ragionamenti del suo signore; ed il mio che pur è qui grande e grosso, non osa mai di aprire bocca quando io favello.
      - Oh bella! disse Sancio; oh gran novità! ho parlato, posso parlare e non parlare davanti ad un altro tanto quanto... tanto più la puzza quanto più...»
      Lo scudiere del cavaliere dal Bosco prese allora Sancio per un braccio e gli disse:
      - Andiamo, amico, noi altri due soli in un appartato luogo dove potremo discorrercela insieme scudierilmente, e lasciamo questi nostri padroni che si discervellino colle istorie dei loro amori, le quali scommetterei che non finiranno sino a dimani.
      - Andiamo alla buon'ora, disse Sancio, e racconterò a vossignoria chi sono io, e voi deciderete se io sono uomo da essere così posto in un fascio con gli scudieri ciarloni.»
      Si ritirarono amendue, e passò tra loro un ragionamento che riuscì tanto saporito quanto serio fu stato quello dei loro padroni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Bosco Chisciotte Sancio Bosco Chisciotte Bosco Sancio Bosco Sancio Sancio