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      Quale maggiore temerità e irragionevolezza del voler combattere per forza contro ai leoni?» Lo trasse don Chisciotte dal suo soliloquio dicendogli:
      - Chi mai vi sarebbe che non pensasse, o signore, che vossignoria non mi abbia per uomo inconseguente o folle? e non sarebbe da stupirsi, perché le mie azioni non possono in apparenza produrre diversa opinione, tuttavia desidero che vossignoria sappia non essere io sì scemo com'ella crede. Fa bella mostra di sé gagliardo cavaliero agli occhi del principe dando nel mezzo di uno steccato una buona lanciata con esito felice a toro infuriato: fa bella mostra cavaliere rivestito di risplendenti armi nel passare la lizza in lieta giostra dinanzi a dame: fanno bella mostra i cavalieri tutti che in militari esercizi (o che tali rassembrino) trattengano e rallegrino, e, se lice dirlo, onorino le Corti dei loro re; ma sorvola sopra tutti l'errante cavaliere che pei deserti, per le solitudini, pei crocicchi, per le selve e per i monti vada cercando perigliose venture con determinato animo di condurle a felice e fortunato termine solo per acquistarsi fama gloriosa e immortale. Più stimabile certamente l'errante cavaliere che soccorre una vedova in qualche inabitato luogo, del cavaliere cortigiano che amoreggia una donzella nella città. Ogni cavaliere adempia ciò che gl'impone l'esercizio suo proprio; serva il cortigiano le dame, e renda collo sfarzo la Corte del suo re più pomposa; dia sostenimento a gentiluomo meschino convitandolo alla sua mensa, concerti giostre, mantenga tornei, mostrisi grande, liberale, magnifico e buon cristiano soprattutto, e compirà in questo modo le impostesi obbligazioni.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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