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      Dormi, tel dico, te lo ripeto, ed altre cento volte te lo andrò ripetendo, dormi senzaché ti tengano in perpetua veglia le gelosie per la tua dama, o ti destino pensieri affannosi di debiti, o la cura d'alimentare te e la tua piccola ed angustiata famiglia! Ora né l'ambizione t'inquieta, né ti molestano le vane pompe del mondo, poiché i tuoi desiderî non si estendono oltre il pensiero del tuo asino, mentre quello della tua persona l'hai posto tutto sulle mie spalle: gravezza e carico che la natura e il costume appoggiarono ai grandi. Dorme il servo e sta vegliando il padrone, e pensa al modo di sostenerlo, di migliorarne lo stato e di concedergli qualche favore. L'angustia di vedere che il cielo si fa di bronzo, e nega alla terra la necessaria rugiada, non affligge il servo, ma sì bene il padrone, che dee in mezzo alla sterilità e alla fame aver cura di colui della cui opera si è servito nel tempo della fertilità e dell'abbondanza.»
      Niente rispondeva Sancio a tutte queste esclamazioni perché dormiva; né sarebbesi svegliato sì tosto se don Chisciotte con il piè della lancia non lo avesse scosso, e non gli avesse fatto spalancare gli occhi. Svegliossi allora il sonnolente e infingardo, e girandoli di qua, di là, all'intorno, disse:
      - Dalla banda di questo frascato, se non m'inganno, esce un odore o buon fiato che sa più di presciutto fritto che di giunchi o di sermollino; oh le nozze che incominciano con questi odori, devono, per l'anima mia, essere molto abbondanti e generose!
      - Finiscila, ghiottone, disse don Chisciotte, alzati, e andiamo a vedere questi sponsali, e osserveremo sin dove giunga lo sdegno dello sprezzato Basilio.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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