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      Trovò modo sollazzevole un'altra danza fatta tra bellissime donzelle sì giovani da doverle giudicare tra i quattordici e i diciotto anni, vestite tutte di verdi palme, coi capelli parte intrecciati, parte sciolti, ma tutti sì biondi che gareggiar poteano con quelli del sole, e tutti inghirlandati di gelsomini, di rose, di amaranti e di madreselve. Erano guidate da un venerabile vecchio e da attempata matrona, e l'una e l'altro molto più svelti e leggieri di quello che promettesse la loro età. Si servivano per lo suono di una piva zamorana; portando elleno negli occhi l'onestà, e la leggerezza nei piedi, si mostravano danzatrici senza pari.
      Venne dopo questa un'altra danza di quelle che soglionsi chiamare danze parlanti. Era formata di otto ninfe in due schiere, una delle quali era diretta dal dio Cupido, e da Interesse l'altra, quegli adorno di ali ed arco e faretra e frecce: questi vestito di varî e ricchi colori d'oro e di seta. Le ninfe che seguitavano Amore, portavano dietro le spalle su bianche pergamene scritto i loro nomi: Poesia era il titolo della prima, Discrezione quello della seconda, quello della terza Buon Lignaggio, quello della quarta Bravura. Nella stessa guisa andavano contrassegnate quelle che seguitavano l'Interesse: dicea Liberalità il titolo della prima, Dono quello della seconda, Tesoro quello della terza, e quello della quarta Pacifico Possesso. Erano preceduti tutti da un castello di legno tirato da quattro Satiri, tutti ricoperti di ellera e di canapa tinta di verde, sì al naturale che per poco non ispaventarono Sancio.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Cupido Interesse Amore Poesia Discrezione Buon Lignaggio Bravura Interesse Liberalità Dono Tesoro Pacifico Possesso Satiri Sancio