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      Sappiate che sta qui presente al cospetto vostro (aprite gli occhi e 'l vedrete) quel gran cavaliere di cui tante cose ha profetizzato il mago Merlino, quel don Chisciotte della Mancia, il quale io so che di nuovo e con molto maggior eccellenza che nei passati secoli ha risuscitato al presente la già obbliata errante cavalleria. Potrebbe avvenire che per suo mezzo e per il suo favore noi fossimo tratti d'incantesimo, da che le grandi imprese ai grandi uomini soltanto son riserbate
      - E quando ciò non segua, rispose l'incantanto Durandarte con bassa e fioca voce, quando altrimenti succeda, o cugino mio, bisognerà aver sofferenza e batter le carte.
      Voltosi allora ad un altro lato tornò all'usato silenzio, né proferì più sillaba alcuna. Grandi ululati e compianti, accompagnati da profondi gemiti e da angosciosi singhiozzi eccheggiarono in quel punto per tutta la Grotta, ed io voltai la testa, e vidi attraverso le cristalline pareti, come per altra sala passava maestosa processione di due fila di bellissime donzelle, tutte vestite a lutto e con turbanti bianchi in testa alla foggia turchesca. A capo di quelle due schiere veniva illustre donna; ché tale rassembrava al portamento vestita pur essa di bruno, con veli bianchi sì distesi e lunghi che si trascinavano sul suolo. Il turbante che ella portava era due volte maggiore del più grande di tutti gli altri; aveva le ciglia incrocicchiate, il naso un po' infranto, grande la bocca, ma rosse le labbra, e i denti che talvolta scopriva mostravano di essere radi e non bene commessi, tuttoché bianchi come lisce mandorle.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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