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      - Notabile spilorceria! come dice l'Italiano, soggiunse don Chisciotte: contuttociò ascrivete, amico mio, a felice ventura l'esservi tolto dalla Corte con tanto lodevole intenzione quant'è la vostra; poiché in terra non c'è cosa più onorata e di più giovamento che il servire a Dio primieramente e poi al suo re nell'esercizio delle armi. Con questo si acquista, se non dovizie, almeno più onore che colle lettere, il che io ho detto molte altre volte; e tuttoché sieno al presente in credito le lettere più delle armi, ciò non ostante i guerrieri si rendono superiori ai letterati con non so che di splendore che li fa prevalere. Quello che adesso vi dico, o buon giovane, scolpitevelo bene in mente che vi riuscirà di molto profitto e consolazione nelle fatiche: allontanate sempre il pensiero dai contrari successi che vi potrebbero colpire, il peggiore dei quali è la morte; ma ricordatevi che quando questa arrechi gloria, è la migliore ventura. Sappiate che fu chiesto a Giulio Cesare, quel valoroso imperatore romano, quale fosse la miglior morte: La impensata, la repentina, rispos'egli: e benché la sua risposta sia stata da gentile, con tutto ciò disse bene, per rispetto all'evitare le angoscie che prova l'uomo nel morire. Presupposto il caso che vi ammazzino nella prima scaramuccia o con un tiro di artiglieria o con una mina, che importa? tutto è un morire; ed è finita la commedia; anzi al dire di Terenzio, fa di sé miglior mostra il soldato estinto sul campo, che vivo e sano nella fuga.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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