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      Jer la Spagna ebbi in balia;
      Non teng'oggi una bicocca
      Cui dir possa: tu se' mia.
     
      Non è mezz'ora, né anco mezzo minuto che io era padrone di re e di imperatori, stavansi piene le mie stalle e i miei forzieri e i miei sacchi d'infiniti cavalli e d'innumerevoli arnesi, ed ora mi trovo desolato, abbattuto, povero, mendico, e sopratutto senza il mio scimiotto, ché prima di ricuperarlo mi avranno a sudare i denti; e tutto questo per la furia inconsiderata di questo signor cavaliere, il quale dicono che aiuta pupilli e drizza torti, e fa altre opere caritatevoli. Fatalità vuole che io sia quel solo per cui venne a mancare la sua intenzione generosa: ma sieno pure benedetti e lodati i cieli con tutte le stelle fisse ed erranti, se era scritto che il cavaliere dalla Trista Figura fosse quello che avesse a sfigurare le mie!»
      Queste lamentazioni di maestro Pietro commossero Sancio Pancia, e perciò gli disse:
      - Non piangere, caro maestro don Pietro, non querelarti ché mi dai tante stoccate al cuore; perché voglio che tu sappia che il mio signor don Chisciotte è tanto cattolico e scrupoloso che s'egli si accorge di averti pregiudicato ti saprà o vorrà compensare, e darti anche più di quello che hai perduto per lui.
      - A me basterebbe, disse maestro Pietro, che il signor don Chisciotte mi pagasse almeno in parte i danni che mi ha cagionati, e sua signoria metterebbe allora la tranquillità nella sua coscienza; perché non può salvarsi chi tiene l'altrui contro la volontà del legittimo padrone, e non lo restituisce.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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