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      Non si ha dunque a far altro se non quel tanto che predica; e tolgo sopra di me ogni male che potesse nascere. E poi, perché non si dovrà ascoltarlo se ha dimostrato ch'è una vera balordaggine l'entrare in valigia per causa del raglio d'un asino? Io mi ricordo bene che quando ero giovane, io ragliavo ogni volta che me ne veniva fantasia, e non vi era chi mi togliesse la mano; e lo facevo con sì bella grazia e proprietà, che appena finito il mio raglio, ragliavano tutti gli asini del paese; ma per questo non cessavo d'essere figlio dei miei genitori, ch'erano onoratissimi; e quantunque la mia virtù promuovesse l'invidia di alquanti dottoroni del mio paese, io non me ne davo per inteso. Perché si vegga che io dico la verità, aspettino e ascoltino; che questa scienza è come quella del nuotatore, imparata una volta non si scorda mai più.» E portata sul momento la mano al naso, cominciò a ragliare così sonoramente che tutte le circonvicine valli ne rimbombarono.
      Uno di quelli che gli stavano accanto, pensò che volesse beffarsi della sua fazione, e subito alzata una grossa e lunga pertica che teneva in mano, gli diè un colpo sì terribile, che il povero Sancio, senza potersene in modo alcuno schermire stramazzò.
      Don Chisciotte che lo vide così mal concio, andò con la lancia sopra mano ad investire l'assalitore, ma tanti furono quelli che si frapposero che non poté vendicarlo, ed accorgendosi che gli diluviava già addosso un nugolo di pietre, e ch'era minacciato da mille freccie e da non minore quantità di archibugi, voltò la briglia a Ronzinante, e a quanto galoppo poté scappò dalle mani dei nemici, raccomandandosi a Dio di cuore, perché lo facesse uscire libero da tanto pericolo.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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