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      Tornati alla briglia od al capestro del tuo leardo, e vattene alla malora a casa tua, che da ora in avanti non hai da restare con me un momento solo. Oh pane malconosciuto! oh mal collocate promesse! oh uomo che ha più della bestia che della persona! Ora, quando che io divisava di metterti al mondo e di farti un signore tale che a dispetto di tua moglie avessero a darti della signoria, tu ti togli licenza? Ora te ne vai, quando col più fermo ed efficace proposito io volea farti padrone della migliore isola della terra? Sì, sì, è vero quello che tu stesso hai detto altre volte, che il miele non è fatto per la bocca dell'asino: tu sei asino, sarai asino e hai da finire asino quando finisca il corso della tua vita; ché quanto a me tengo che prima di arrivare all'ultimo termine avrai ad accorgerti ed a persuaderti bene che sei stato un animale.»
      Sancio stava guardando fisso fisso il suo padrone, intanto che ascoltava questi vituperi, ed in un attimo si compunse in modo che gli vennero le lacrime sugli occhi, e con voce dolente ed inferma gli disse:
      - Confesso, signor mio, che per essere asino dal capo ai piedi, altro non mi manca fuorché la coda. Se la signoria vostra me la vuole appiccare, io la terrò per bene aggiunta e starò come giumento a servirla per tutto il resto della mia vita. Mi perdoni vossignoria, e compatisca la mia inesperienza: consideri che io sono ignorante, e che se parlo molto, ciò viene piuttosto da infermità che da malizia: ma chi falla e si emenda, a Dio si raccomanda.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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