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      Il duca e la duchessa che di ciò non erano consapevoli stavano aspettando il successo di sì straordinario lavacro.
      La donzella barbiera, quando gli ebbe fatto addosso un palmo di saponata, finse che le fosse mancata l'acqua e ordinò a quella della mesciroba che ne portasse dell'altra, che già il signor cavaliere aspetterebbe. Così fece, e restò don Chisciotte nella più strana e ridicola figura che mai immaginare si possa.
      Stavano guardando tutti quelli ch'erano presenti, che non erano pochi, ed osservavano quel mezzo braccio di collo più che mezzanamente nerastro, e quegli occhi serrati, e quella barba carica di sapone, e fu gran meraviglia e gran discrezione il poter contenere le risa. Le donzelle della burla se ne stavano cogli occhi bassi, non osando alzarli per guardare i loro padroni, i quali, fra la collera e il riso, non sapevano come regolarsi, se dare castigo all'ardire delle ragazze, o premiarle pel divertimento che gustavano nel vedere don Chisciotte a quel modo.
      Tornò finalmente la donzella del mesciroba, e si terminò di lavare don Chisciotte: indi quella dagli sciugatoi lo ripulì e lo nettò molto posatamente; e fattogli da tutte e quattro in un punto istesso un profondo inchino, fecero per andarsene.
      Il duca allora, affinché don Chisciotte non si accorgesse della burla, chiamò la donzella del bacino, dicendole:
      - Venite e insaponate me pure, ma badate bene che non sia per mancarvi l'acqua.»
      La ragazza acuta e diligente gli si avvicinò, e pose il bacino sotto al mento del duca, prestamente lo lavò e insaponò bene, e lasciatolo asciutto e pulito, e fattogli riverenza, tutte le donzelle partirono.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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