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      Con tremila e trecento frustate da darmi, meno cinque che già mi ho date, resterà Dulcinea disincantata come la madre che l'ha partorita. Bada bene di non dir niente di questo a persona viva, perché se metti la cosa nell'altrui giudizio, altri diranno ch'è bianca, altri ch'è nera. Fra pochi giorni partirò pel mio governo, dove mi porto con grandissimo desiderio di far denari, perché mi viene detto che tutti i governatori nuovi vi vanno con questo proposito. Io tasterò il polso ai miei amministrati, e ti darò avviso se tu debba o no venire a startene meco. L'asino sta bene, ed a te si raccomanda caldamente, ed io fo il mio conto di non scostarmi da lui, quando anche mi facessero diventare il Gran Turco. La duchessa mia signora ti bacia mille volte le mani, e tu rendi ad essa il contraccambio con duemila; che non vi è cosa più a buon mercato, dice il mio padrone, e che meno costi, del procedere con creanza con tutti.
      Non è piaciuto a Dio di farmi inciampare in qualche altro valigiotto con altri cento scudi, come fu la volta passata, ma non te ne pigliare fastidio, Teresa mia, che non l'andrà male: non la perde chi batte e ribatte, e tutto uscirà in bene col colatoio del governo.
      Mi dà molto imbarazzo quello che ho inteso dire, che se una volta mi ci metto dentro, me ne mangerò per gran diletto le dita: se la faccenda andasse così, non lo avrei a troppo buon mercato, ma già anche gli storpiati ed i monchi hanno il loro canonicato nella limosina che vanno accattando; perciò in un modo o nell'altro tu hai ad essere ricca e di buona ventura.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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