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      Primieramente, o figliuolo, hai da temere Iddio; perché nel temerlo consiste la vera sapienza; e se tu sarai sapiente non commetterai errore in cosa alcuna.
      In secondo luogo hai da considerare chi sei e cercare di conoscere te stesso; arte più difficile di quello che uno pensa. Se ti conoscerai bene, non ti gonfierai come quel ranocchio che voleva agguagliarsi al bue; e considerandoti sempre come uomo che fu guardiano di porci nel suo paese, vedrai che poggia su brutti piedi la ruota della tua fortuna. - È vero, rispose Sancio, ma io guardava i porci quando era tenerello, e cresciuto poi fui guardiano di paperi e non di porci; e poi questo poco importa, perché tutti quelli che governano non vengono da razza di re. - Non lo nego, rispose don Chisciotte, ma appunto chi non procede da nobile prosapia, dee accompagnare la gravità della carriera con tal piacevole dolcezza che, guidata dalla prudenza, lo sottragga alle maliziose mormorazioni, dalle quali non v'è chi possa andare esente.
      Ascrivi, o Sancio, a tuo vanto l'umiltà dei tuoi natali, né avere a schifo di dire che discendi da contadini; perché se poi questo fosse scoperto dagli altri non te ne venga disonore, e non v'abbia ad essere chi ti motteggi: tienti più da umile virtuoso che da peccatore superbo. Sono innumerabili quelli che nati di bassa stirpe salirono sino alle dignità pontificie e imperatorie, e potrei indicarti tanti esempi antichi e moderni da venirti a noia.
      Considera, o Sancio, che se della virtù ti farai un modello e ti pregierai delle azioni eccellenti, non avrai invidia dei principi e dei signori: perché il sangue si eredita e la virtù si acquista: e questa basta da per sé sola, ciò che non può dirsi della nobiltà.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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