Pagina (1015/1298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Oh questo no, o Sancio, rispose don Chisciotte, che nulla sa né in casa propria né in casa altrui lo scimunito, poiché sul fondamento della scimunitaggine non si alza mai alcun ben ordinato edifizio: ma non andiamo altro innanzi. Se tu, o Sancio, governerai male, tua sarà la colpa e mia la vergogna; ma mi consolo che ho adempito al dover mio nel consigliarti con ogni efficacia e avvedutezza; e così ho liberata la mia fede. Dio ti guidi e ti governi nel tuo governo, e si allontani da me lo scrupolo in cui resto che tu e la tua isola non abbiate ad andare colle gambe all'aria: cosa che starebbe in me l'evitare se io scoprissi al duca chi sei, e gli dicessi che tutta questa tua epa e questa personcina che hai, altro non sono che un sacco pieno di srambotti e di malizie.
      - Signore, replicò Sancio, se pare alla signoria vostra che io non sia capace di pigliare le redini di questo governo, io lo lascio andare subito alla malora, perché voglio più bene ad un nero dell'ugna dell'anima mia che a tutto il mio corpo, e Sancio sarà tanto contento di passarsela con pane asciutto e con cipolle quanto un governatore con pernici e capponi; massimamente che quando si dorme tutti siamo eguali, e grandi e piccioli e poveri e ricchi. Se la signoria vostra considera bene la cosa, vedrà che questo pizzicore da governare non mi è venuto se non per conto suo; ché io tanto ne so di governo d'Isole come un avoltoio: e se vossignoria si mette in testa che mi abbia da aiutare il diavolo, sappia che Sancio vuole piuttosto andare villano in cielo che governatore all'inferno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Sancio Chisciotte Sancio Sancio Sancio Isole Sancio Dio