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      Mentre stava cenando, voltandosi al dottore, gli disse:
      - Avvertite, signor dottore, di non lasciarvi d'ora innanzi cadere in mente di somministrarmi né vivande delicate né squisiti manicaretti; perché sarebbe uno stravolgere il mio stomaco accostumato a nutrirsi di capra, di bue, di prosciutto, di carne salata, di rape e di cipolle. Il volermi costringere a cibi e vivande signorili egli è rendermi schizzinoso e produrmi anche la nausea. Tutto ciò che può fare lo scalco si è di presentarmi di quelle che si chiamano olle podride, che quanto più sono podride tanto meglio per me; ed in esse può frammischiare tutto ciò che vuole, purché sia cosa da mangiare, che io gliene avrò obbligo, e potrà essere che un dì o l'altro io lo ricompensi. E nessuno burli con me perché o siamo o non siamo governatori: viviamo pure tutti e mangiamo in santa pace e in ottima compagnia, che quando Iddio manda il sole lo manda per ognuno. Io governo quest'isola senza perdere quel diritto che mi si compete e senza pigliare più di quello che mi si appartiene: ora ognuno stiasi in cervello, e abbia occhi in testa, perché io gli fo sapere che il diavolo è sottile, e che se sarò provocato farò vedere cose di stupore; che non si ha a fare il miele perché venga mangiato dalle mosche.
      - Per certo, signor governatore, disse lo scalco, vossignoria ha tutta la ragione in ciò che dice; ed io guarentisco in nome di tutti gli abitatori di quest'isola che obbediranno a vossignoria con ogni puntualità e amore e benevolenza, perché il soave modo di governare che la signoria vostra ha mostrato in questi primordii, non dà luogo di fare o pensare cosa che ridondi in di lei mal servigio.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Iddio