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      Diede questa novella gran contento a don Chisciotte; il quale promise a se stesso di operare meraviglie, tenendo per buona ventura che se gli fosse offerta occasione in cui mostrare a quei signori fin dove giungesse la forza del poderoso suo braccio: e così tutto baldanzoso e giulivo stava attendendo i quattro giorni, che diventavano quattrocento secoli in comparazione delle sue smanie. Lasciamoli passare noi al modo stesso che lasciato abbiamo passare altre cose, e facciamoci ad accompagnare Sancio, che mezzo allegro e mezzo malinconico se ne veniva sopra il suo leardo in traccia del suo padrone, la cui compagnia eragli molto più gradevole dell'essere governatore di tutte le isole dell'intiero mondo.
      Avvenne pertanto che non essendosi ancora molto scostato dall'isola da lui governata (che non seppe mai ben riconoscere se fosse isola, città, paese o castello quella al cui governo era stato posto), vide che per la strada medesima da lui battuta venivano sei pellegrini coi loro bordoni, ed erano di quelli che cantarellando vanno accattone. Giunti presso a lui si misero in ala, ed alzando tutti insieme la voce cominciarono a cantare nel loro idioma quello che Sancio non poté intendere, ad eccezione di una parola che nettamente si faceva sentire, limosina: dal che venne ad inferire cantando accattassero. E siccom'egli, per quanto Cide Hamete riporta, era molto caritativo, trasse dalle sue bisaccie il mezzo pane e la mezza forma di cacio di cui s'era provvisto, e li diede loro facendo intendere a cenni che altro non aveva da dispensare.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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