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      - Misericordia di Dio! andava fra sé dicendo, questa che per conto mio è sventura sarebbe ventura pel mio signor don Chisciotte! Egli terrebbe questi abissi e queste caverne per giardini fioriti, e vi ravviserebbe i palagi di Galiana, e giudicherebbe per certo di passare da questo buio e da queste strettezze ad un prato verde ed ameno: io all'opposto, senza consiglio e senza coraggio, temo ad ogni passo che sotto ai piedi mi si spalanchi altra grotta più profonda di questa, e di dover finire inghiottito: malanno ben venuto se arriverà solo!»
      In tal guisa e fra tanti spasimi gli parve di aver fatto circa una mezza lega, e finalmente discoprì un chiarore incerto, che giudicò indizio del giorno, e sperò che per qualche parte entrasse un raggio di luce, la quale avesse da servirgli di direzione per lo cammino all'altra vita.
      A questo punto lo lascia Cide Hamete Ben-Engeli, e torna a trattare di don Chisciotte, che borioso e contento attendeva l'istante della battaglia che far doveva contro il ladro dell'onore della figlia di donna Rodrighez.
      Ora avvenne che andando una mattina per addestrarsi al cimento in cui contava di trovarsi il giorno dopo, Ronzinante urtò dei piedi in luogo dove sarebbe inevitabilmente precipitato, s'egli non avesse tirata in tempo e con forza la briglia. Ritenne il cavallo, né cadde; e fattosi più davvicino, senza però smontare, guardò quella profondità, e sentì gran rumore di voci che uscivano dall'antro.
      Fattavi maggior attenzione, poté intendere che colui che le mandava, così diceva:


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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