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      Avanzava il giorno, e se i morti avevano dato occasione di spavento, vennero i vivi ad accrescerlo; perché don Chisciotte e Sancio si trovarono contornati da quaranta banditi che all'improvviso li assalirono, e dissero in catalano che non si movessero un passo solo sino a tanto che non arrivasse il loro capo. Trovavasi allora don Chisciotte col cavallo senza briglia e colla lancia appoggiata ad un albero, in somma senza alcuna difesa ond'è che giudicò savio partito d'incrocicchiare le mani e di abbassare la testa, riserbandosi a tempi e congiunture migliori. I banditi andarono subito a svegliare il leardo, spogliandolo di tutto ciò che portava nelle bisacce e nel valigiotto; e fu buona ventura di Sancio che tenea a cintola gli scudi del duca, ed anche quelli che aveva recati dal suo paese. Non l'avrebbe con tutto questo passata netta, e sarebbe stato frugato tra pelle e carne, se per migliore sua fortuna non fosse sopraggiunto il capo dei banditi, uomo di oltre trent'anni, robusto, di guardatura grave e di color bruno. Avanzavasi sopra poderoso cavallo, con fino giacco indosso e con ai lati quattro pistoletti, che in quel paese si chiamano pedregnali. Vide che gli scudieri (che così sogliono chiamare i loro compagni) si affacendavano a spogliare Sancio Pancia, e tosto comandò che desistessero. Fu ubbidito, e il valigiotto restò illeso. Gittò poi gli occhi ad un albero vicino, e vi osservò con meraviglia appoggiata una lancia e vide uno scudo in terra; indi guatò don Chisciotte tutto pensieroso, e ch'era la più mesta e malinconiosa figura che potesse mai formare la stessa malinconia.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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