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      E credimi, o Claudia, e in pegno di mia fede porgimi le tue mani e accettami se vuoi per tuo sposo, che non ho ora altri mezzi per dimostrarti la mia costanza.» Gli strinse Claudia la mano e se le serrò allora il cuore in maniera che svenuta cadde sul petto esangue di Vincenzo; il quale fu sul punto stesso assalito da mortale parossismo. Stava Rocco confuso e non sapeva a che partito appigliarsi. I domestici spruzzavano d'acqua il volto di Claudia; essa si riebbe dal perdimento dei sensi, ma non fu così di Vincenzo, che passò dal parossismo alla morte.
      Vedendo Claudia ch'era troncato il filo della vita del suo amato sposo, ruppe l'aria coi suoi gemiti, ferì i cieli colle sue stride, si strappò e sparse al vento i capelli, si graffiò il viso e lasciò libero campo al dolore e alla disperazione. - Ah! me crudele e sconsiderata, diceva, con quanta facilità mi lasciai trasportare a sì reo divisamento! ah, arrabbiata forza di gelosia, a che sciagurato fine strascini chi ti dà ricetto in suo cuore! ah sposo mio, quando stavi per essere la mia gioia, fatalmente passasti dal talamo al sepolcro!» Tali e tanto dolenti erano le querele di Claudia che strapparono lagrime dagli occhi di Rocco, non accostumato a mandarne fuori in alcuna occasione. Piagnevano i domestici, Claudia ad ogni tratto ricadeva, e tutta quella campagna era divenuta l'asilo della tristezza e l'albergo della sventura. Finalmente Rocco ordinò ai servi di Vincenzo che portassero l'estinto al paese del suo genitore, ch'era poco discosto, e che ivi gli dessero sepoltura.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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