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      - È di quella che noi cerchiamo, ripigliò lo scudiere. - Ebbene, uscite tutti, replicò Rocco, e menatemi qua subito costoro e senzaché pur uno vi scappi.»
      Ubbidirono, e rimasti soli don Chisciotte, Sancio e Rocco, stavano a vedere che cosa gli scudieri conducessero; frattanto disse Rocco a don Chisciotte: - Nuovo modo di vivere dee certo sembrare questo nostro al signor don Chisciotte, nuove le avventure, nuovi i successi, e perigliosi tutti: né mi fo maraviglia se così gli apparirà; perché ad onore del vero io confesserò che non avvi tenore di vita più inquieto, né più pauroso del nostro. Mi vi strascinò non so qual desiderio di vendetta, che ha la possa di sconvolgere ogni più riposato cuore; ma io sono di mia natura compassionevole e proclive al ben fare; né fu, come ho detto, se non la voglia di lavare la macchia di un torto sofferto che mi rimosse dalle mie buone inclinazioni, e che mi fa ora perseverare nel presente stato, in onta e in contrapposizione della mia volontà. E siccome un abisso chiama l'altro, e una un'altra colpa, così le vendette si vennero talmente concatenando, che non solo le mie, ma prendo anche le altrui sopra di me. Pure Iddio mi concede, quantunque io viva in mezzo al labirinto delle mie contraddizioni, di non farmi perdere la speranza di uscirne fuori per afferrare un porto di sicurezza.» Restò edificato don Chisciotte nell'udire da Rocco sì lodevoli e sensati concetti: e tanto più che davasi egli a credere che in mezzo al mestiere di rubare, di uccidere, di assassinare non vi potesse esser uomo che ragionasse con buoni principii.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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