Pagina (1224/1298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      CAPITOLO LXIII
     
      DELLA VENTURA CHE DIEDE PIÙ MOLESTIA
      A DON CHISCIOTTE DI QUANTE ALTRE GLI ERANO SUCCESSE.
     
      La moglie di don Antonio, per quanto ci narra la storia, mostrò gran contentezza in ricevere Anna Felice in casa sua, e quindi l'accolse con infinita cortesia, invaghita di quella bellezza e di quella saggezza delle quali era la moresca fornita a dovizia, di maniera che la gente della città, come a suono di campana, recavasi a vederla. Disse don Chisciotte a don Antonio, che il partito preso per ritornare a don Gregorio la libertà non lo trovava buono, avendo più del pericoloso che del conveniente, e che il meglio sarebbe stato che avessero fatto sbarcare lui stesso in Barberia colle sue armi e col suo Ronzinante, ch'egli tratto ne lo avrebbe a dispetto di tutta la Morea, come fatto aveva don Gaiféro della sposa sua Melisendra.
      - Si ricordi la signoria vostra, disse Sancio, udendo questa offerta, che il signor don Gaiféro cavò la sua sposa da terraferma e la portò in Francia per terraferma, ma nel caso presente, riuscendo anche di liberare don Gregorio, non sapremmo come condurlo in Ispagna, essendovi il mare di mezzo.
      - A tutto si rimedia dalla morte in fuori, don Chisciotte rispose; mentre giunto che fosse l'imbarco alla marina, noi potremmo entrarvi se anche tutto il mondo ce lo impedisse.
      - Vossignoria fa tutto agevole e si dipinge ogni cosa bella e compiuta, replicò Sancio, ma dal detto al fatto corre un gran tratto, ed io mi attengo al consiglio del rinnegato che mi è parso uomo dabbene e di assai buone viscere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Antonio Anna Felice Chisciotte Antonio Gregorio Barberia Ronzinante Morea Gaiféro Melisendra Sancio Gaiféro Francia Gregorio Ispagna Chisciotte Sancio Disse