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      - Non ti ho sentito mai, o Sancio, disse don Chisciotte, a parlare con tanta eleganza come adesso, e vengo a comprendere essere vero il tuo proverbio: Non con chi tu nasci, ma con chi tu pasci.
      - Oh, corpo del diavolo! replicò Sancio, non sono poi io quello che infilza proverbi, ché anche alla signoria vostra snocciolano fuori di bocca a coppie meglio che a me, e non vi è altra differenza tra i miei ed i suoi se non che quelli di vossignoria sono buttati là a tempo, ed i miei fuori di stagione, ma poi sono tutti proverbi.»
      In questa guisa continuava il dialogo, quando s'intese ad un tratto sordo fracasso e noioso rumore che per tutte quelli valli si distendeva. Rizzossi don Chisciotte, e pose mano alla spada, e Sancio si rannicchiò sotto al leardo, mettendosi ai fianchi il fagotto delle armi e la bardella del suo giumento, e tremando tutto di paura. Non restò senza perturbarsi né anche don Chisciotte per lo rombazzo che veniva crescendo e appressandosi. Ora avvenne che certi uomini menando a vendere ad un mercato più di seicento porci, con essi a quell'ora avanzavano cammino, ed era il rumore causato dal degrignare e dallo stridere che facevano quegli animali, e con cui assordavano gli orecchi di don Chisciotte e di Sancio senzaché potessero capire che cosa si fosse. Arrivò in truppa il gregge grugnitore, e senza portar rispetto all'autorità del valoroso don Chisciotte, passò di sopra ad esso ed a Sancio, disfacendo le trincee e facendo cadere tutto ad un fiato e don Chisciotte ed anche il suo Ronzinante.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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