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      » Sancio rispose: - Qua piove un malanno sopra all'altro: qua non si mette mele sulle frittelle: starei fresco se dopo i pizzicotti, gli schiaffi e le punture, venisse il sopraccarico delle frustate: non vi resterebbe altro che pigliare una pietra, legarmela al collo e buttarmi in un pozzo, ché anche questo dovrei sopportare, poiché per medicare i mali che fanno gli altri, ho ad essere io la vacca delle nozze; mi lascino stare, per la vita mia, o che io gitto e mando tutti all'inferno.»
      Di già Altisidora alzata, si era posta a sedere sul catafalco, e al tempo stesso suonarono i pifferi accompagnati da flauti e dalle voci di tutti, che gridavano: Viva Altisidora! Altisidora viva!» Si levarono i duchi e i due re Minosse e Radamanto, e tutti congiuntemente a don Chisciotte e a Sancio, andarono a ricevere Altisidora, aiutandola a calare dal catafalco; ed essa, facendo la svenuta, s'inchinò ai duchi e ai re, e guardando per traverso don Chisciotte, gli disse: - Il Cielo ti perdoni, o disamorato cavaliere: ché per la tua crudeltà sono stata all'altro mondo (a quanto mi parve) più di mille anni; ed a te, il più compassionevole di tutti gli scudieri che vivano sulla terra, rendo grazie della vita che a solo tuo merito ho ricuperata: disponi da oggi in avanti, o Sancio amico, di sei delle mie camicie che ti dono, affinché tu ne faccia altre sei per tuo uso, e se non le troverai tutte sane, le troverai almeno tutte nette.» Sancio, colle ginocchia in terra, levatasi la mitra, le baciò le mani.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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