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      Vedi bene: sono franca e precisa.
      - Allora rinuncio anche alla mia curiosità per imitarti appunto nella franchezza. Ho da dirti qualche cosa, poche parole, perché a momenti Pippo sarà qui, e non è affatto necessario metterlo a parte delle nostre piccole confidenze...
      - Ti proibisco assolutamente di continuare! - esclamò Irene, interrompendolo col viso alterato da una collera orgogliosa e cogli occhi risplendenti di ardire e di sfida. Ma fu per un istante solo. Aveva fatto un movimento come per alzarsi; ricadde a sedere soggiogata e fremente.
      - Abbi pazienza, - disse Mario: - non è quistione di non volermi ascoltare. Bisogna invece che tu mi ascolti.
      - Tu no, non sei cambiato! Sei sempre l'uomo che sa sorprendere una donna ed abusarne.
      Mario alzò le spalle, disprezzando di rilevare il sarcasmo velenoso. Riprese a parlare colla sua calma spaventevole.
      - Ti ripeto che non si andrà molto per le lunghe, e, se può farti piacere, ti annuncio pure che ci vediamo per l'ultima volta. Ho sempre diritto di dartene la mia parola d'onore, e te la do. Ho in testa che tu debba considerare la cosa come una fortuna grande e non aspettata. Perché non me ne ringrazi?
      - Lascia le parole inutili! Che vuoi? Spícciati.
      - Voglio dirti addio. L'olio della mia lucerna si è consumato, e lo stoppino sta per estinguersi... Ah! non lo credi?
      Aveva sorpreso un lieve sorriso sulle labbra di lei; un atto appena percettibile di scetticismo sprezzante, che lo aveva fatto trasalire.
      - Ah, non lo credi? - replicò insistendo, colla voce mutata, cogli occhi sinistramente accesi.


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L'eredità Ferramonti
di Gaetano Carlo Chelli
pagine 243

   





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