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      I mezzi che si impiegano nei nostri laboratori nella riproduzione delle sostanze organiche sono quasi sempre essenzialmente diversi da quelli di cui si giovano gli organismi e segnatamente le piante. Queste ultime possiedono attitudini speciali, che i chimici hanno tutte le ragioni di invidiare. Sebbene oggi non si possa fare una distinzione netta fra piante ed animali, pure può dirsi in genere che sono segnatamente le prime le maestre nell'arte della sintesi organica, ed è però dei fenomeni chimici che in esse si compiono che si tratterà qui più specialmente.
      Le piante sono in grado di compiere il grandioso lavoro di sintesi, per cui esse riescono a produrre le più importanti materie organiche, con mezzi, almeno in apparenza, modestissimi. Gli agenti atmosferici, e segnatamente le piccole quantità di anidride carbonica (circa il 3‰), i sali che loro fornisce il suolo e l'acqua, costituiscono i soli materiali di cui abbisognano i vegetali a foglie verdi per comporre quella numerosa e svariata serie di sostanze, che noi tanto a stento riusciamo a riprodurre. Un laboratorio più primitivo non potrebbe essere pensato; ai ministri dell'istruzione potrebbero però apparire esagerate le nostre affannose richieste di mezzi di studio se le piante con così poco dispendio possono ottenere risultati tanto prodigiosi; ma noi siamo ancora ben lontani da una simile perfezione, noi non siamo in grado di giovarci dell'energia solare per compiere processi chimici analoghi a quelli dell'assimilazione dei vegetali.


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La chimica organica negli organismi
di Giacomo Ciamician
Nicola Zanichelli Editore
1908 pagine 61