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      Aggiungendo il catalizzatore, cioè il platino, la velocità cresce in modo che la scomposizione può diventare tumultuosa. Similmente agirebbe il lubrificante su di una puleggia intorno a cui per attrito si mantenessero in equilibrio apparente due pesi leggermente diversi: una goccia d'olio sull'asse dalla carrucola determinerebbe subito lo sbilancio della parte del più grave. Ora tutto ciò può calzare, come nel caso dell'acqua ossigenata, in moltissimi altri; non v'è nessuna difficoltà di ammettere ad esempio nella idrolisi che gli acidi o le basi compiano un simile ufficio, perchè è dimostrato che l'acqua da sola può idrolizzare sebbene lentamente. Ma vi sono delle reazioni in cui quella similitudine non corrisponde più. Lo zucchero d'uva, glucosio, patisce per azione degli saccaromiceti la fermentazione alcolica e si scinde, come è noto, sopra tutto in alcool ed anidride carbonica, e questa non è la sola possibile scissione fermentativa del glucosio, perchè con altri microrganismi esso può trasformarsi in acido citrico, come si vide in principio, oppure in acido lattico e butirrico. Ora sebbene alcune di queste trasformazioni siano collegate tra di loro, deve apparire poco probabile che esse siano tutte spontanee, invece deve sembrare più verosimile l'ammettere che il fermento intervenga in modo più diretto. E. Fischer ha trovato in proposito che i saccaromiceti non fanno fermentare tutti gli zuccheri aventi la costituzione del glucosio; già la forma levogira del medesimo resiste.


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La chimica organica negli organismi
di Giacomo Ciamician
Nicola Zanichelli Editore
1908 pagine 61

   





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