Pagina (44/354)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ... – esclamò furente.
      – Via, sentiamo, – disse il giovane con un gran sospiro.
      – Senti, – e qui tirava fuori una lettera.
      – Ecco!... me l'ero immaginato.
      – È l'ultima... è per sapere... son tre mesi che vivo come un'anima dannata... ch'ei non dà segno di vita... ah!... non si tratta cosí... una donna che s'è aperto sotto i piedi un inferno per lui... – disse la infelice, svelando per un momento l'abisso dei propri rimorsi; – insomma io voglio sapere... voglio che mi dica... voglio andar via di qua, io...
      – E i tuoi figli?
      – Oh! quelli con me – gridò con energia un po' sforzata la donna; poi con piú sommessione: – senti, non negarmi questo favore... voglio sapere la verità: voi altri ci passate, anzi la crociata si ferma dov'è lui: dianzi era al Piave, poi s'è trasferito altrove. Dunque lo vedi. Mi basta una parola... ma te ne scongiuro.
      E aggiungeva alle parole energici atti. Salvatore con gesti indefinibili, o appena appena d'un assentimento per forza, la lasciò.
      Da questo breve dialogo il lettore comprenderà come, oltre alle tante sue angoscie, la povera Teresa aggiungesse quelle dell'amor proprio offeso, e come in quella orribile strada, ove le era tutto vietato, glielo fosse anche, e suo malgrado, la colpa.
     
      CAPITOLO VLA MADONNA DEL SOCCORSO
     
      Alcuni giorni dopo veniva Alessandro a casa, in uniforme di guardia nazionale, perché appunto era stato d'ispezione da ventiquattr'ore, e poco avvezzo a vegliare la notte, si sentiva stanco. Egli si trascinava dunque con lentezza e furia nell'istesso tempo, quando un rumore indistinto attrasse la sua attenzione, e gli scemò la stanchezza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





Piave Teresa Alessandro Salvatore