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      – Se c'entra la Madonna... può darsi, – disse la Lucia.
      E la Betta:
      – Non ci avete fede voi, oh!... badate... non sarete mica tedesca, m'immagino... perché tenete da loro piú che altro.
      Allora pronta la Lucia:
      – Io?... Per quello che ci guadagnavo da quegli scimmiotti!... non sapevo nemmeno che fossero al mondo: ma, dico io, e quando sarà finito tutto, tutto?... e quando questa benedetta Italia sarà fatta, vorrei sapere se si ha da servire lo stesso... perché io so che, dacché siamo Italiani, ho undici letti da fare piú di prima, e dico la verità, se devo servire lo stesso, poco mi preme esser italiana o croata.
      – Oh! io per me poi, – disse la Betta, – servire o non servire ho caro che quei mostri siano in tanta maledetta malora. Intanto, perché, quando tutto sarà finito, il nostro padroncino va diventare una gran cosa. Dice che avrà un impiego nel quale lui parlerà ai re e alle regine come ridere. Poi ho caro, se non altro, per farla tenere a certe carogne, che conosco io. Piero, il garzone del pizzicagnolo in faccia a noi, non ha egli detto che i Tedeschi torneranno, e che bisognerà andarli a pregare perché vengano?...
      Lucia fe' un moto come per dire:
      – Oh! quanto ha ragione!
      – Veramente... – rispose la Betta, – non me la immagino nemmeno... non possono tornare... la mi sarebbe troppo amara...
      – Che interesse ci avete?... santo Dio...
      – L'interesse che sono italiana e poi che m'ero comprata un manin d'oro e che l'ho dato al padre Gavazzi...
      Lucia irruppe in un gran riso che equivaleva a darle della stupida, della goffa e mal accorta.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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