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      – Guardalo che ci minaccia, il maledetto! – gridò fuori di sé, preso da un superstizioso terrore il figlio della Marietta... poi, dir cosí, saltare sopra una seggiola, tirar fuori la spada, e con un colpo riciso, balzar via il naso di Francesco, fu tutt'uno.
      A quell'atto, a quella vista d'un monarca snasato la giovine assemblea fu colta da un improvviso buon umore.
      – Bravo, ci porta buon augurio! – e tutti a ridere, ché i giovani fan presto a passare da un sentimento all'altro.
      La brigata si sciolse formulando i piú svariati disegni pei giorni successivi – scagliando imprecazioni ai malaccorti generali, e peggio che malaccorti: berteggiandoli sui nomi, dicendo ch'eran duri, ch'erano di marmo, di ferro, eccetera, pestando le spade sul pavimento, agitando le penne dei berretti, a seconda dei moti da cui venivano tòcchi i loro animi, ma non potendo trattenersi dal dare un addio mezzo ironico, mezzo pauroso a quell'immagine d'uomo camuso che, per l'operazione fattagli da Salvatore, aveva l'aria di deriderli, se piú non li minacciava.
     
      CAPITOLO XIVIL NEMBO SCOPPIA
     
      In tal giorno, ch'io m'intendo parlarvi, ci fu nel paese di Fiorenza una certa piova curiosa, che da memoria d'uomo non se n'era mai vista simile, e probabilmente non se ne vedranno piú per l'avvenire.
      Piovevano (e non è in quella città sola che in quell'anno caddero cosí stravaganti aereoliti) piovevano palle infuocate, cioè a dire certi utensili chiamati bombe; giunte a terra, si squarciavano, e veri vasi di Pandora ch'ell'erano, piene d'ogni male, mandavano fuori un inferno di roba.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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