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      – Ma se lo dico io!... una forca, in mezzo la piazza... e appiccarceli tutti costoro... stomacosi pagnottanti.
      – E cosa fareste?... – domandò tranquillamente Guido.
      – Avrei munizione per rispondere ai Tedeschi... avrei buonissime teste tonde da mortajo.
      Fiorenza fremette e guardò Guido, il quale col suo sguardo limpido parve rassicurarla.
      – La cosa si farà senza quella munizione, – rispose egli. Intanto entrava Alessandro, e udite le ultime parole di Guido, a cui Daniele dava per accompagnamento un sorriso di scherno, mormorò:
      – Oh! quello dei vent'anni.
      – Dio ci vuol tutti morti! – esclamò il vecchio signor Francesco, nominato nei dí di buon umore paron Checco.
      – Voi ch'eravate tanto liberale! – gli disse non so chi.
      – Grazie del complimento! ero liberale con chi... m'intendo, quando ci son le cose fatte colle regole! Per diana! quando vennero i Francesi avrei voluto che vedeste!... demoni scatenati, fulmini... ma dove?... in campo... In città non si sapeva nemmen che ci fossero... proprio come tante spose... un ordine, una disciplina!... volete metterli con questi corpi franchi?... a cosa son buoni?... a far sonetti, o a darsi qualche coltellata a tradimento... ora poi ci lasciano massacrare... tutta roba che Dio n'abbia misericordia!... no, no! ... le non mi garbano punto le guerre fatte a questo modo! ... non si ha piú requie... eh... codesti rivoltoloni non son fatti per me... – e in cosí dire s'avviava per uscire, quando una voce spaventata che gridava: – Oh! Dio... oh! Dio... misericordia!


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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