Pagina (123/354)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      – Badate che non vi venga una bomba, – gridarono alcuni.
      – Sarebbe una sposa troppo ardente, – esclamò Guido, – resti qua al sicuro...
      Ma Giosuè:
      – No!... no!... – rispose brontolando; – la m'è sempre andata bene, finora... quando c'è di molta confusione... a letto. – E per l'orto, scavalcando il muricciolo, giunse a casa...
      Salvatore tornò: piú disperato di prima sedette in preda ad un di quei dolori, che comandano il silenzio.
      Successe una tregua. Fiorenza si pose un momento alla culla del suo bambino, e respirando appena lo baciava e ribaciava mollemente, e lo guardava con vezzo, quando un grido partito ad un tempo dalla Clelia e dalla Costanza, figliuola del signor Francesco, scosse di nuovo tutti gli animi, già tanto angosciati da un cosí orribile avvicendarsi di fatti straordinari.
      – Oh! Dio... bandiera bianca!... bandiera bianca!... tirano via la bandiera tricolore... la nostra... sí... la tirano via! – esclamano le fanciulle, agitando convulse le braccia...
      – No!... non è possibile, – grida Salvatore, alzandosi e impallidendo.
      Alessandro si slanciò all'inferriata di uno dei balconi tondi ai lati del portone di strada.
      – Maledetti!... – urlò egli, vedendo sventolare in cima al campanile una bandiera bianca, issata là dove poco prima si spiegava al vento la tricolore.
      Tutti accorsero vicino ad Alessandro, chi serrando i pugni, chi scagliando imprecazioni da far aprire il cielo... chi tacendo... chi approvando, tutti nella piú grande incertezza, nella piú grande angoscia. Due scene accadevano in quel momento: una in piazza e sulla pubblica via: una per le case.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





Guido Giosuè Clelia Costanza Francesco Salvatore Alessandro