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      Alessandro che negli ultimi giorni, vieppiú segretamente stretto a Daniele, pareva dimostrare un certo mal animo contro il nuovo amico, pure intervenne nobilmente.
      – Tu resti, – disse a Guido, – resti senza dubbio per la famiglia... ignoro i tuoi legami, perché la tua vita è piuttosto romanzesca – qui sorrise un poco – e misteriosa, ma so che se non parti, è perché non puoi.
      Guido assentí con una occhiata splendida, che significava tante cose.
      – Questo per la famiglia, l'altro pel negozio... – fischiò l'orso. – I vecchi sono un impiccio nelle rivoluzioni, bisognerebbe torseli dai piedi, come i selvaggi.
      Fiorenza uscí perché sentiva un'uggia tale da quei discorsi... un tal orrore!...
      – E con tutto questo la cosa si farà lo stesso, – rispose Guido senza punto alterarsi.
      – Siano tutti così gl'Italiani e si farà per benino! – mormorò Daniele ammiccando con isgarbo...
      – Avremo la costituzione! – esclamò Rensini, salticchiando in camera, a portarvi questa bella novità.
      Una sonora risata accolse le sue parole.
      – Perché c'è da ridere? – chiese l'omuncolo, – io dico il vero e ne sono contento, almeno se tornano costoro noi saremo garantiti... e non ci strazieranno piú colle barbarie di prima; l'Austria è rinnovata.
      – È diventata buona, buona, – disse Alessandro con una canzonatura tutta impazienza.
      Ma l'altro riprese:
      – E avremo una costituzione discussa da noi... ciò è scritto, è stampato! affisso alle colonne.
      E qui altre risa, vi potete immaginar con che gusto.
      – Ma se te lo dico, – esclamò allora trionfante Daniele; – ogni vittoria degli Austriaci è un passo che si fa noi.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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