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      .. se c'è qualcheduno che ci abbia qualcosa in contrario, vivaddio oh!... che me lo venga a dire a me... e fin che resterà uno di quei mostri, che già poco ci staranno, non mi riposerò davvero; io da nascondermi, io da aver paura? io no! bensí l'hanno ad avere quei tedesconi, quei vecchi codini, che non si vergognano di venire a patti coi Tedeschi.
      Il nostro giovinetto gestiva con una mano sola, ma istessamente con grave vivacità ed impeto... Clelia di cheto piangeva.
      – E ch'ei provi a tormiti! – riprese, – dopo ch'eri mia... Cos'ho fatto?... sentiamo i miei delitti?...
      – Perché vuoi andar via.
      – Ah! grazie! ho da star qua, e vedermi di nuovo attorno queste amabili faccie dei Croati?... è questo il mio delitto?... per questo mi si proibisce di venire, come si proibirebbe ad un ladro, e non si vuol che la mia sposa sia la mia sposa? – Qui, meglio che poté, rimanendo per un poco in bilico, incrocicchiò le braccia davanti al suo uditorio commosso.
      La Clelia si provò a parlare.
      – Il papà, – rispos'ella fra i singhiozzi, – il papà dice che tronchi gli studii e perdi l'anno all'Università... che non c'è piú bussola, e rovini il tuo avvenire.
      Uno scroscio di risa ironiche fermò le parole della ragazza.
      – Benedetti vecchi!... guarda un po'!... una popolazione pronta a morire per non veder lo straniero, si freme, si sospira, si espone la vita, gli averi... tutto... e quest'altro m'esce col perder l'anno... uh! senti, Clelia... questi – (e qui uno sproposito) – resteranno un mese, fo tanto per dire.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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