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      Ma quando il sole è tramontato e sparisce quel vapore luminoso, la campagna si mostra nella sua freschezza e nella sua beltà virginale. I monti si distaccano dalla pianura, si disegnano in contorni spiccati, con dolci ondulazioni, con ardite asperità: le macchie d'alberi si aggruppano distinte, le acque scorrono e si distendono lontano, e tutto si mostra lucido nella viva trasparenza dell'orizzonte. Quello che accade durante le fasi d'un giorno nella zona torrida, succedeva per Fiorenza in quella del primo dí della rigenerazione italiana, giacché nella stessa maniera in cui il vespero d'una bella giornata porta l'anima a sensi di contemplazione e di mestizia, cosí fu naturale per la sposa d'Alessandro il fermarsi, il contemplare ciò che le era succeduto d'appresso, il tornare un passo indietro, il cercare nella presente miseria, nel vuoto che l'opprimeva, gli anelli da cui si mosse nella fatale catena. Fiorenza, non isfuggendo a questo doloroso passaggio, appoggiata col braccio ad una cassetta di garofani, l'occhio immerso nella profondità degli azzurri superni, stette per poco a meditare ai casi della sua vita.
      Fanciulla, ignara d'ogni cosa, fuori che della sua famiglia, usa soltanto alle vicende domestiche, tristi o liete, s'era sposata all'uomo del suo cuore, preparandosi, con un senno, che pareva maturo per la sua età e per la sua santa ignoranza, alle vicissitudini d'un nuovo stato. S'attendeva bensí di incontrare ostacoli, traversie, fors'anco dolori, ma sempre venuti dalle condizioni della famiglia, e presso a poco della natura di quelli che era usa sopportare fino a quel punto.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





Fiorenza Alessandro Fiorenza