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      .. almeno là non troveremo viltà, interesse, le stolte passioni, che profanano la nostra santa causa e la rendono impotente. Saremo selvaggi, ma liberi.
      Oh! Dio, mia Fiorenza... io te lo confesso piangente a lagrime di sangue e di fuoco... lacerando il mio petto estenuato dal dolore... sí, io deploro d'esser nato in Italia: vorrei essere Francese: foss'anche Tedesco: pur d'appartenere ad una nazione! Taci... nascondi il turpe segreto ed abbilo come il segno d'una disperazione, che non ha nome... sí, io mi vergogno d'essere italiano!!!
     
     
     
      Di Guido ad Alessandro.
     
      Fiorenza non ti può rispondere subito e secondo vorrebbe, perché occupatissima nelle faccende domestiche: mi disse che intanto, e fin che possa terminare una sua lunga lettera, ti scrivessi io per lei, e volentieri soddisfo il suo desiderio...
      Intanto le notizie son buone... Fiorenza e il piccolo Ugo stanno bene, tuo padre anche... Per quanto io abborra i punti di sospensione permettimi di farne uso, perché giovano molto, in certi critici tempi, a porre, in qualche guisa, un termine ai periodi, che non si possono finire.
      Quanto ai sentimenti che tu esprimi nella tua lettera, proprio ci sarebbe da darti sulle mani. Cosí novellino sei agli avvenimenti politici?... In verità tu ignori come una rivoluzione possa venir descritta con quel concetto d'Orazio: "Il freddo pugnava col caldo, il secco coll'umido".
      È veramente dall'urto degli elementi scatenati che uscirà fuori la nazione bella e creata; gl'indifferenti pugnando coi contrarii, i passivi cogli appassionati.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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