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      Una lettera di costui che ne conteneva una della stessa Teresa, a lei rimandata pare in un eccesso d'ira pei di lei rimproveri gelosi, cadde, non si può intender come, in mano di Lorenzo... ora egli minaccia sua moglie di farla andare in prigione come rea d'adulterio, s'ella non si restituisce subito al tetto conjugale. Sinora è rimasta da quella sua amica (a te nota) e nessuno poteva dir niente di lei, perché ha la testa persa dietro a quello scapataccio, grazie a Dio lontano, e assicurava di non poter convivere col marito per dissidenza d'opinioni politiche, e perché il conte fe' venire con sé la sorella, conosciuta per idee retrive, e per devozione all'Impero. Ma, alla minaccia del conte, bisogna che ella ceda. Tutti restano che egli, possedendo un documento in mano, pel quale ha la certezza dell'infedeltà di sua moglie, pur tuttavia la desideri vicina. Egli poco si spiega; taluno pensa che la voglia maltrattare e far morire in segreto, qualche altro crede ch'egli l'adori e sia piú contento d'esporre se stesso ad ogni pericolo, anco alla morte, perché l'esaltamento della sciagurata è tale da non saper piú nulla... nemmeno dei suoi figli!... A questo punto è il terribile dramma... Cosa dici?... cosa consiglieresti?... Il papà è in uno stato da far compassione; egli non chiude occhio la notte, non fa che sospirare... provvedi tu, mio Alessandro... ella ti ama... scrivile, te ne prego, in nome di tutti e della tua Fiorenza.
     
     
     
      Di Alessandro a Fiorenza.
      Novembre 1848
     
      Una parola in tutta fretta per dirti che ho inteso.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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