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      Fiorenza fe' un moto: Guido riprese:
      – Pensate a darmi una sposa, e nientemeno che una vostra sorella, un angelo, come voi, senza dubbio.
      – Verissimo: fin qui non c'è niente che non si possa dir da per tutto, fuori che l'ultime parole, che mi riguardano e che non son punto vere...
      – Fin qui. Quando la cosa comincia a dovere esser taciuta, è ch'io non posso accettare la vostra offerta non solo, ma che non amo di sentir parlare di matrimonio per me, né con quella che mi destinereste, né con nessuna altra al mondo; né adesso...
      – Né, – disse Fiorenza, guardandolo attenta.
      – Né mai... – riprese Guido, con tono sicuro, eco interna di fermi propositi.
      Un silenzio di gelo successe a queste parole. Fiorenza lo ruppe.
      – Vi domando scusa d'avervi proposta cosa che vi spiace, ma fu senza supporlo. Mi pareva la vostra una bell'anima: vi avrei volentieri affidata mia sorella... non se ne parli piú: ma perché tanto mistero?
      – La cosa è per sé stessa ridicola. Permettetemi di tacerla.
      Fiorenza, con un atto grazioso, si strinse nelle spalle.
      – Torniamo nella stanza, – diss'ella movendosi.
      Però la sua curiosità era stata eccitata: e, donna essendo, non poteva vincerla in modo da dimenticarsi di scoprire il perché di quella dichiarazione di Guido, che dovea rimanere nascosta sotto un tal mistero.
     
      CAPITOLO IIIUNA SCENA VOLGARE
     
      Ma sul piú bello che la nostra Fiorenza cercava a scoprirlo questo mistero, nacque un avvenimento pel quale da sé venne a galla, e in una maniera che meglio assai sarebbe stato se nessuno fosse giunto a saperlo.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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