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      – Ecco una famiglia! – esclamò ella, – oh non son da invidiar quelli là, che niente, fuor della morte, può separare?
      – L'uomo è nato per la famiglia! – rispose Guido seguendo col suo bell'occhio profondo il gruppo, che sempre piú s'allontanava.
      – E se il vostro core prova un cosí nobile desiderio, perché rifiutarsi ad una domanda, che voi stesso riconoscete naturale?...
      Guido la interruppe:
      – Ho udito, – mormorò fra scherzoso ed amaro, e quasi parlando a sé stesso, – come talvolta sulle rive scoscese di certi fiumi, in America, è morto di sete piú di un viaggiatore, mentre gli giungeva all'orecchio il susurro dell'onde a cui, fra gli sterpi e le rovine, non avea forza di toccare.
      – Ma ancora, – saltò su Fiorenza con vivacità, – non intendo perché voi non possiate prender moglie.
      – Perché l'anima mia è morta, e non voglio far questo bel regalo a nessuna creatura al mondo... inoltre...
      – Inoltre? – chiese Fiorenza.
      – Inoltre io mai non abbandonerò le persone a cui mi legano doveri sacri, e in casa mia nessuna donna può entrare.
      Il tono con cui Guido proferí queste parole, indicava che fossero le ultime in quell'argomento.
      Fiorenza pentita d'aver tocca una tal corda studiava ansiosamente ciò che poteva dire, per ripigliare, in modo tutto diverso e con tema più grato, il filo tante volte interrotto del dialogo quando un piccolo fischio s'intese dalla parte dell'orto. Tutti e due si misero in ascolto: il fischio fu ripetuto. Una pedata sonante, poi una porta spalancata con furia. Fiorenza diede un grido, Alessandro si slanciò fra le sue braccia.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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